Non dimentichiamo i prigionieri nel Sinai
Wednesday, March 9, 2011, del Gruppo EveryOne
Milano, 9 marzo 2011. Cornelia Toelgyes-Solla, dopo aver appreso della disponibilità da parte dell’Ue ad accogliere i profughi africani dalla Libia, pubblica un’importante riflessione sull’home page del Gruppo Facebook “Per la liberazione dei prigionieri nel Sinai”.
”Sono felice per questa apertura dell’Unione europea,” scrive, “ma nel frattempo i prigionieri del Sinai passano sempre di più in secondo, se non terzo piano. Non voglio aggiungere altro”. Ha ragione. E’ probabile che l’Ue estenderebbe la disponibilità ai profughi dal Sinai, ma l’Egitto, purtroppo, non consente l’accesso alle carceri in cui i migranti africani sono detenuti. Così, purtroppo, non si sa neanche quanti siano. Dopo la pena per “immigrazione illegale”, gli eritrei vengono deportati. Riguardo a quelli prigionieri, poi, finora non si è notata la minima volontà di intervento. In Israele, invece, i profughi liberati ottengono attualmente protezione internazionale e questo, almeno, è un buon risultato. E’ fondamentale che la rete di ong per i diritti dei profughi continui, senza stancarsi, a esercitare pressione sul governo egiziano, il solo che possa attuare un intervento per liberare gli ostaggi e perseguire i trafficanti. Oltre a cambiare, naturalmente, le politiche sui rifugiati e le vittime di tratta, adeguandosi a quanto prescrive la Convenzione di Ginevra.